Dopo la tappa inglese la F1 si sposta all’Hungaroring per l’undicesimo appuntamento della stagione 2023. Vediamo insieme, nell’analisi della pista, tutte le insidie del GP d’Ungheria.
Il circus della Formula 1 approda all’Hungaroring, un classico appuntamento estivo del campionato. Il circuito ungherese è molto diverso da Silverstone e si presenta come rear-limited, infatti, ad essere sotto stress sono gli pneumatici posteriori. 4,381 km e 13 curve sono le cifre che caratterizzano il tortuoso tracciato che è secondo solo a Monte-Carlo in termini di velocità media. Due sono le zone DRS allocate nel rettilineo principale e tra curva 1 e 2, e, vista la natura del tracciato, rappresentano i punti migliori per effettuare i sorpassi. Essendo un circuito con molte curve lente e in successione, i team andranno verso un assetto da alto carico. Vediamo insieme, nell’analisi della pista, tutte le criticità dell’undicesimo appuntamento della stagione che va in scena in Ungheria.
Settore 1
Il primo settore si apre sull’allungo principale del tracciato e procede in discesa verso la prima frenata. Questa rappresenta il punto più impegnativo per gli impianti frenanti secondo Brembo, infatti, secondo le simulazioni si sviluppano 4,8 G in appena 120 metri. La trazione in uscita da curva 1 risulta fondamentale per arrivare il prima possibile in curva 2. Anche qui i piloti sono impegnati in una frenata in discesa che potrebbe innescare del sottosterzo. Proseguendo in discesa ci si avvicina alla 3, una veloce curva a destra che si affronta a circa 200 km/h, per poi affrontare una leggera salita che chiuderà il primo settore.
Settore 2
Il secondo settore del tracciato si apre con curva 4, una piega a sinistra che viene affrontata aggressivamente dai piloti. Qui è facile perdere il posteriore della monoposto e finire in testacoda verso le barriere. Inoltre, è un punto in cui è facile oltrepassare i limiti della pista e prendere track limits. Dopo la 4, i piloti proseguono verso la 5 che apre la parte più tortuosa del tracciato. Dalla 5, una piega a destra in leggera salita si va verso una chicane che presenta dei cordoli alti e una frenata da 4,7 G di decelerazione. In questo punto la tendenza sarà quella di aggredire il cordolo per essere più veloci possibili. Dopo questa chicane si entra nella sequenza 8-9-10-11, una serie di curve in cui è fondamentale carico all’anteriore e un posteriore capace di seguirlo. Questo tratto rappresenta anche la parte finale del secondo settore che si chiude poco dopo l’uscita dalla 11.
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Settore 3
L’ultimo settore del tracciato si apre con un piccolo allungo in discesa e porta alla curva 12, l’ultima frenata impegnativa del circuito. Qui si arriva a sviluppare una decelerazione da 4,7 G dai 272 km/h raggiunti prima della staccata. Usciti dalla 12 i piloti percorrono in salita le ultime due curve, di cui la prima a sinistra seguita da una a destra. Queste ultime due sono particolarmente complesse per le vetture con un’anteriore poco preciso che potrebbe innescare del sottosterzo. Una volta affrontate queste due curve i piloti si ritroveranno nel rettilineo principale dove si conclude anche il giro.
Le scelte di Pirelli per la pista dell’Ungheria
Per l’Hungaroring il costruttore italiano ha scelto di postare le mescole più morbide della gamma F1. Infatti, saranno disponibili per le squadre le C3, C4, e C5 e serviranno per sperimentare l’ATA (Alternative Tyre Allocation). Questa nuovo format prevede l’utilizzo obbligatorio di una mescola slick per ogni sessione di qualifica: Q1 le Hard, Q2 le Medium e in Q3 le Soft. Ovviamente questa regola decade nel caso di sessione bagnata, dove le squadre possono utilizzare la mescola che vogliono. Con l’ATA il numero di set per vettura si riduce a 11, invece dei classici 13, e potranno contare su 3 Hard, 4 Medium e 4 Soft. Particolare attenzione alle temperature che potrebbero raggiungere valori elevati nel periodo estivo. Inoltre, la posizione del circuito non rende favorevole la circolazione dell’aria e rendono la tappa ungherese molto impegnativa per la gestione termica degli pneumatici.
Crediti Immagini copertina: Red Bull Content Pool
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