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F1 | Ing. Mazzola: “Vi dico cosa Hamilton può portare in Ferrari. Newey? Non è Harry Potter”

L’Ing. Luigi Mazzola ci ha parlato in esclusiva di cosa potrebbero portare gli arrivi di Hamilton e Newey in Ferrari e non solo.

Nella prima parte dell’intervista, che potete recuperare qui, allo storico ingegnere della Rossa avevamo parlato degli aggiornamenti per Imola e del problema del portare in temperatura le gomme. In questa seconda, e ultima, parte abbiamo invece discusso con l’Ing. Mazzola dell’arrivo di Hamilton in Ferrari, del possibile contributo di Adrian Newey, dei problemi Mercedes e dei regolamenti 2026.

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L’anno prossimo Hamilton arriverà in Ferrari. Lei che ha lavorato con un grande pilota come Schumacher, cosa può portare un un pilota del genere alla squadra? 

“Ho lavorato anche con Prost ed era la stessa situazione. Quando Prost arrivò la prima cosa che mi disse è che bisognava cambiare la mentalità o perlomeno far crescere in termini di mentalità il team. Mentalità vuol dire che tutti abbiano questo concetto di sfida, questa voglia di vincere, questa voglia di migliorare, questa voglia di primeggiare”.

“Quindi vuol dire tanto sforzo, tanto lavoro di squadra. Un ambiente dove non ci sono colpe o accuse, ma  proattività e positività a tutti i livelli. Tutto per cercare di portare la macchina a livelli competitivi”. 

Vede qualche similitudine tra Hamilton e Schumacher?

“Quando Michael arrivò nel ’96, si rese conto della situazione Ferrari e fece di tutto perché arrivasse Ross. Ed è arrivato Ross Brown. Poi Ross Brown ha visto la situazione Ferrari e quindi ha capito che una posizione non era coperta, che era Rory Byrne. Quindi portò Rory Byrne. Non cambiò nessun altro. Non è che cambiò le persone. Forse si rese conto che le persone poi non erano male”.

“Si tratta poi di lavorare insieme, avendo coperto tutti i vari settori, di lavorare di squadra. Quindi l’altro concetto che portò Ross è proprio un concetto di gioco di squadra, di spirito di squadra. Immediatamente cominciammo a essere competitivi. Michael arrivò nel ’96 e vinse tre gare ma nel ’97 potevamo già vincere il Mondiale. Nel ’98 e nel ’99 anche. Abbiamo vinto il costruttori. Quindi non è che ci è voluto tanto”. 

“Ora Hamilton arriva a 40 anni più o meno, quindi il discorso è giusto visto in questa ottica, no? Quindi quello di portare una mentalità o di andare a capire cosa effettivamente manca. Migliorare il team per poterlo renderlo competitivo. Questo potrebbe essere un bel ruolo da parte di Hamilton”.

Hamilton quindi trova una Ferrari diversa da Schumacher?

“È chiaro che [Hamilton] non ha tanti anni davanti. Quindi non è come Michael che poteva instaurare una situazione. Ma è anche vero che Michael arrivò in una Ferrari non proprio così vincente. Quest’anno è un po’ più positiva la cosa rispetto a quello che era il ’96 Ferrari. Io mi aspetto che lui riesca a individuare le varie aree e ad aiutare la squadra per cercare di migliorare“.

“In caso in cui dovesse arrivare e avesse una macchina non competitiva, io potrei avere timore che si possa sedere un po’. Alla fin fine, ripeto, il suo lavoro è abbastanza a breve termine. Quindi c’è quel rischio lì. Ecco, mettiamo anche questa condizione: se è competitivo, secondo me, rimane un pilota che ha ancora fame. Gli manca l’ottavo titolo, potrebbe superare Michael, farlo con la Ferrari. Se la macchina invece non dovesse essere competitiva, potrebbe essere un on-off. Tanto on quanto tanto off”.

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L’Ing. Luigi Mazzola con Michael Schumacher in Ferrari © Getty Images

Si parlava del fatto che Hamilton potesse portare in Ferrari anche degli ingegneri, Adrian Newey tra tutti. Un uomo solo può davvero cambiare l’andamento di una squadra o serve più la collettività? 

“No. Anche se dovesse arrivare Newey, con tanto di cappello e tanto di rispetto per Adrian, direi che non ci riuscirebbe. Cioè deve trovare comunque una situazione che lui deve capire. Deve capire di chi avere fiducia. Deve capire le persone che possono dargli una mano”.

La F1 non è un one man show ma è una squadra, sono tanti reparti. Power unit, elettronica, gestione, aerodinamica, sospensioni, assetti. Poi c’è tutta la parte della produzione. Uno non può fare da solo. Anche se è un fenomeno, anche se ha dimostrato di avere tanta esperienza e tanta competenza. Dovrebbero arrivare lui con delle persone fidate nei posti chiave, allora potremmo parlarne. Ma che arrivi solo Adrian Newey… Sì ok, potrebbe dare qualche idea o qualcosa, ma poi serve una squadra intorno che possa supportarlo“. 

“È un gioco di squadra. Quindi, che venga è sempre positivo, se dovesse venire. Non aspettiamoci però che arrivi Harry Potter con la bacchetta magica.” mazzola hamilton newey ferrari

Parliamo di Mercedes. In questi tre anni sta avendo più un’involuzione che un’evoluzione. Come la vede questa difficoltà tecnica? Non hanno ancora capito questi regolamenti o c’è altro secondo lei? 

“Secondo me, non capire i regolamenti dopo tre anni vuol dire essere duro di testa [ride ndr]. Voglio dire, un conto il primo anno, ma dopo tre anni non posso pensare che tu non li abbia capiti. Evidentemente hanno preso una certa e determinata direzione e non riescono ad uscirne fuori“.

“Sono partiti con un concetto di macchina molto diverso tre anni fa. Poi l’hanno stravolto durante il secondo anno e adesso sono diversi. Alla fine però dipende che numeri ti vuoi dalla galleria del vento. Che tipologia di macchina vuoi. Quindi dove è che tu vai a cercare il carico, a quale altezza anteriore e posteriore cerchi il carico e cerchi l’efficienza”.

“Il fatto stesso che molte volte loro sono più o meno a posto in certe situazioni e poi, come cambiano le condizioni, non sono più a posto mi fa pensare che sono molto critici a livello di costanza del carico attraverso quelli che sono i cambiamenti e le variabilità delle altezze durante i transitori. È chiaro che lì ci sono delle variabilità che non hanno sotto controllo“.

“Quando un pilota dice ‘è difficile, la macchina non è prevedibile‘, è chiaro che tutti questi transitori giocano la parte più importante. Io ho come l’impressione che non riescano a governare questi transitori durante l’ingresso, l’uscita e metà curva. Ho questa impressione perché non me lo spiego che per tre anni tu non riesca ad arrivare a far quadrare un po’ la situazione. Ma vediamo cosa faranno durante l’anno”. 

Wolff ha detto che loro vedono, dai loro sensori di pressione, che hanno 70 punti di carico in più rispetto all’anno scorso, ma che poi sul lap time questa cosa non si vede. È possibile una cosa del genere?

“No no no. 70 punti se li sogna Wolff. 70 punti è una cifra. Cioè 10 punti di efficienza sono circa tre decimi. Quindi voglio dire, se tu hai 70 punti stai parlando di un altro livello di macchina. Non so cosa intenda lui per punti di carico aerodinamico. Se si intendono i soliti punti di carico, come tutti conoscono, ho l’impressione che la pista gli dica qualcosa di totalmente diverso rispetto alla galleria del vento“.

“Quindi vorrebbe dire avere problemi di calibrazione di galleria del vento, di questo genere. Ma se sono a quei livelli… no dai, non penso. Quindi mi lascia un po’ perplesso questo”. 

Può essere dovuto al grip meccanico della vettura?

“L’aerodinamica ha un comportamento a seconda soprattutto delle altezze della macchina, quindi è chiaro che le sospensioni giocano un ruolo importante. Gioca chiaramente anche la rigidezza delle gomme, ma anche la rigidezza delle sospensioni o perlomeno gli incrementi di rigidezza, la variabilità degli incrementi di rigidezza delle sospensioni al variare delle altezze”.

“Questo può giocare certamente, ma è sempre un accordo tra le due cose. Quindi anti-dive, anti-squat, sono tutte situazioni che chiaramente inficiano anche su quelle che sono le caratteristiche ed i rendimenti aerodinamici. È tutto un’assieme di equilibri che evidentemente non riescono a governare. Perché è l’unica cosa che posso pensare. Non hanno il governo di queste cose”.

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La Mercedes W15 di Lewis Hamilton © Jiri Krenek

Con un cambio di regolamenti così importante all’orizzonte, un team in difficoltà tecnica, come può essere Mercedes, cosa dice? Punto tutto sul 2026? Soprattutto in epoca di budget cap.

“No, assolutamente. Tu devi migliorare altrimenti ti porti problemi anche nel 2026. Devi capire perchè la macchina non va. Non puoi fermarti. Non puoi dire: ‘fermiamoci tutti e andiamo al 2026’. No no, assolutamente no. Non ha senso. Vuol dire non competere. Vuol dire essere fuori da tutto ciò che è competizione. Cosa vai a fare in pista? Non avrebbe proprio senso”. mazzola hamilton newey ferrari

Restiamo in ottica 2026. Abbiamo sentito di qualche problema nelle simulazioni con l’aerodinamica attiva. Lei come vede questo discorso? 

L’aerodinamica attiva per me è un obbrobrio. È un anti spettacolo. Questo perchè l’aerodinamica attiva rende ancora più dipendente la performance alla macchina. Il rapporto che c’è tra macchina e pilota è già squilibrato, 70-30 o 80-20. Se andiamo a mettere una macchina con aerodinamica attiva ragazzi è finita. La macchina conta alla stragrande. Se un team riuscisse a fare una cosa un po’ meglio degli altri sull’aerodinamica, che è l’area che conta più di tutto la macchina Formula 1, io dico che è un killer, no? O perlomeno ti apri ad una situazione in cui potrebbe esserci un problema a livello di competitività globale tra i vari team”.

Bisogna toglierla l’aerodinamica, non aggiungerla. Bisogna tirar via l’aerodinamica perché altrimenti il pilota conta fino a mezzogiorno. Non c’è niente da fare. Io sono fortemente contrario a questo, magari i team no”.

Cosa pensa si possa fare per queste macchine?

“Io parto da un concetto: è la F1 che deve vincere, non il singolo team. Guardiamo quello che c’è adesso. Quattro gare quest’anno, tre doppiette Red Bull. La Red Bull ha un problema in Australia e arriva la doppietta Ferrari dove c’è un ordine di scuderia tale per cui da mantenere le posizioni. Poi c’è il 3°-4° posto McLaren, dove viene detto di mantenere le posizioni”. mazzola hamilton newey ferrari

“Dove sono i duelli? Dove sono quelle attività che entusiasmano i fan, i telespettatori, il pubblico. Tutto questo verrebbe esasperato nel momento in cui andassimo ad esasperare ancora di più l’aerodinamica. Perché? Perché farebbe sì che qualche team che ha azzeccato qualcosa vola, va via”.

“Dopodiché c’è il motore. Hanno il target di fare 50% di potenza endotermica e 50% di potenza elettrica. Questo è un bel esercizio eh. Ti puoi trovare in una situazione dove hai 1000 cavalli o ne hai 500. Cioè non hai più batteria. E poi viene tolto l’ERS. Togliendo l’ERS non hai la possibilità di caricare le batterie attraverso l’endotermico. Quindi secondo me in qualche modo le batterie dovranno aumentare. Aumenteranno la possibilità di ricarica”.

“È chiaro però che durante un GP potrebbe esserci una situazione dove si potrebbe andare in gestione. E in una F1 tutto voglio tranne che si vada in gestione. Quindi spero che in qualche modo le cose vengano fatte in maniera che si mantenga la competitività dal primo all’ultimo giro. Mi auguro che non diventi un fatto di dover gestire le gomme e la carica come fanno in Formula E. E poi magari c’è un team che va più veloce di tutti gli altri perché ha azzeccato l’aerodinamica attiva”.  

Può essere un qualcosa come le sospensioni attive Williams?

“Le attive le avevamo nel 92-93 e lì la Williams andava a palla. Ha ammazzato il campionato. Le hanno tirate via poi perché gli altri non riuscivano, per problemi di affidabilità e taratura, a farle funzionare. Il precedente quindi non è dei migliori. In quel caso erano sospensioni attive. In questo caso se fanno una aerodinamica attiva vuol dire ala anteriore, ala posteriore ma non sospensioni. Quindi molto più semplice da quel punto di vista”.

Io non so cosa cosa si inventeranno a livello di regolamento ma faccio un altro esempio. Quando durante gli anni 2000 noi [Ferrari n.d.r] abbiamo avuto il brake balance attivo, quello era uno step mica da ridere. Quando l’abbiamo messo in macchina ha stravolto il tutto. Abbiamo guadagnato del lap time alla stragrande. Tu davi una variabilità di comportamento della vettura proprio come volevi e come il pilota desiderava per poter essere veloce”.


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“Se tu cominci a giocare sull’ala anteriore e posteriore, ragazzi anche lì posso fare quello che mi pare. Posso far variare il flap come voglio. Tra ingresso e uscita. Tra quello anteriore e quello posteriore. Non so in dettaglio quello che faranno, però metto in evidenza tutto ciò che effettivamente può essere utilizzato”.

Io la toglierei questa aerodinamica. Il mio sogno è vedere 1000 cavalli in macchina veri, puri. Con una macchina che ha 100 punti o 150 punti di carico in meno rispetto a quelle di adesso. E poi tu pilota vammi a guidare questa macchina. Se ce la fai sei bravo“.

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