F1 | L’analisi delle ali posteriori portate dai top team a Melbourne

A Melbourne le scuderie giocano con il carico delle ali posteriori: ecco le scelte dei tecnici dei top team

Le novità aerodinamiche portate dai team a Melbourne sono quasi nulle rispetto a quanto visto nei test del Bahrain. Tuttavia, le scelte degli ingegneri sulle configurazioni delle ali posteriori hanno fatto discutere.

Il circuito semipermanente di Melbourne è una pista a medio-basso carico, che richiede grande precisione all’avantreno. Le numerose curve con veloci cambi di direzione e le alte velocità medie di percorrenza impongono un certo bilanciamento tra stabilità e velocità in rettilineo. Con quattro zone DRS e lunghi rettilinei, la maggior parte dei team ha optato per soluzioni di ali posteriori a basso carico aerodinamico, cercando di massimizzare la velocità di punta.

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(©Scuderia Ferrari media center)

In controtendenza, Ferrari ha scelto di adottare una specifica più carica, già vista nei test del Bahrain. Questa soluzione ha comportato una riduzione della velocità di punta, ma garantisce una migliore manovrabilità, trazione e gestione degli pneumatici, soprattutto in ottica gara. Il giudizio sulle velocità massime rimane comunque sospeso, poiché nelle prove libere i team girano con mappature motore più conservative. Tuttavia, è evidente che l’ala più carica della Ferrari rappresenti un piccolo svantaggio nei tratti ad alta velocità.

Il meteo, però, rappresenta una grande incognita: se dovesse piovere, la scelta della Ferrari potrebbe rivelarsi un vantaggio sia in qualifica che in gara, limitando il rischio di graining e migliorando la stabilità della monoposto. La SF-25 è apparsa solida e competitiva, con un buon passo gara, seppur leggermente dietro alla McLaren, e un ottimo ritmo in qualifica.

Cosa hanno portato McLaren, Mercedes e Red Bull

Anche i tecnici McLaren sembrano aver adottato un ragionamento simile: dopo aver testato in FP1 una configurazione più scarica con Lando Norris, in FP2 il team ha uniformato entrambe le vetture a una specifica a medio carico aerodinamico. Anche McLaren sa di rinunciare a qualcosa in termini di velocità pura, ma le quattro zone DRS e l’incognita meteo potrebbero giocare a suo favore. Un aspetto su cui i team stanno concentrando particolarmente l’attenzione è il design della beam wing. McLaren è passata da una doppia beam wing in FP1 a una singola in FP2 per ridurre la resistenza aerodinamica.

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Mercedes, consapevole delle possibili variazioni meteorologiche, ha optato per una configurazione a medio carico, equipaggiata con una doppia beam wing. Il team tedesco ha mostrato un’ottima velocità in simulazione di qualifica, ma ha faticato di più rispetto ai top team nel passo gara.

Red Bull ha scelto di scaricare maggiormente la RB-21, puntando sulla downforce generata dal nuovo fondo. Le velocità di punta sono le più elevate della griglia, ma la monoposto si è rivelata nervosa e difficile da gestire, una condizione che al momento non premia la scelta degli ingegneri e che la posiziona virtualmente come quarta forza, dietro Mercedes.

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Tutto è ancora aperto e nulla è deciso: vincerà chi saprà adattarsi meglio all’evoluzione della pista e, soprattutto, alle condizioni meteo, la vera variabile del weekend.

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