La Mercedes chiede alcune modifiche al regolamento del cost cap per escludere il personale che non si occupa di Formula 1.
Il team principal della squadra anglo tedesca Toto Wolff, ritiene che in futuro il personale non operativo in Formula 1 debba essere completamente escluso. A questo proposito Mercedes ha chiesto modifiche al cost cap per evitare ulteriori escamotage delle altre squadre che potrebbero essere usati per migliorare le monoposto.
Mentre la FIA sta ancora indagando sulla stagione 2022, nel fine settimana del GP d’Ungheria è emerso che un’ulteriore serie di domande è stata rivolta ad alcuni TP per dei chiarimenti. Questo si aggiunge al fatto che uno degli argomenti più discussi è quanto i team traggano vantaggio dall’utilizzo di parti che non rientrano nella F1. Sebbene alcuni degli exploit più evidenti in questo settore siano stati bloccati con la pubblicazione della TD45, rimangono alcune importanti lacune da chiarire.
Per questo motivo Toto Wolff ritiene che, a partire dal prossimo ciclo di regole che sarà in vigore dal 2026, dovrebbero essere introdotte nuove norme. Quest’ultime avrebbero l’obiettivo di impedire ai concorrenti di giocare con il personale impegnato sia in F1 che in altre attività. Durante un’intervista rilasciata ad Autosport, il TP Mercedes ha parlato di quanto sia difficile per la FIA controllare adeguatamente tutte le attività extra F1: “Credo sia molto difficile, perché alcuni grandi team hanno migliaia di persone impegnate in vari progetti, commerciali e non”.
“Con noi è un po’ più facile perché abbiamo tutto in un’unica entità. Così si può vedere che i dipendenti sono tutti in un unico posto e si può vedere a chi sono stati attribuiti o meno. Diventa più complesso quando si hanno diverse filiali”.
“Non ho mai esitato a dire che, con la normativa 2026, dovremmo sbarazzarci di tutto questo”.
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Sebbene l’area di business extra tecnologia applicata dei team rappresenti un buon flusso di entrate, Wolff ritiene che il valore sia maggiore se si assicura che il tetto dei costi sia solido e che ci sia un maggior grado di separazione.
“Nel mondo reale è una bella sfida, perché con i nostri progetti di ingegneria otteniamo ricavi e denaro”, ha aggiunto.
“Significa che non potremmo assegnare una persona che lavora in F1, nemmeno per un minuto, ad altri progetti non di F1. Ma credo che sia la cosa giusta da fare per lo sport: questa è la F1, questa non è la F1.
“E nel momento in cui qualcuno spende 10 secondi in un progetto di F1, dovrebbe rientrare a pieno titolo nella F1. È sicuramente la strada che dobbiamo seguire”.
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