Las Vegas si appresta ad essere uno dei weekend più complessi, soprattutto per gli ingegneri, impegnati in una sfida nello scegliere l’assetto giusto.
Siamo entrati di nuovo in una race week, una tra le più complesse dell’anno per team e piloti. La nuova pista e le temperature basse renderanno la vita difficile agli ingegneri in pista e a casa. Le alte velocità, le curve lente del circuito, gli orari dell’attività e il clima sono quasi una prima volta per tutti i team. Coloro che dovranno far quadrare tutto sono gli ingegneri, chiamati ad una sfida nella ricerca dell’assetto giusto per Las Vegas. A fare un’analisi approfondita su quelli che saranno gli aspetti critici del weekend è Paul Monaghan, ingegnere capo in Red Bull.

Nella stagione che si avvicina alla conclusione, uno degli aspetti cruciali per la prestazione è stata la gestione gomma. Questo ha avuto un impatto notevole in diverse gare, e di recente, nel GP del Brasile, ha fatto crollare Mercedes dopo aver sbagliato l’assetto.
Nei vari weekend di gara, le squadre sono intente a scegliere l’assetto ideale per trovare la migliore finestra operativa degli pneumatici. Finestra che potrebbe essere la vera chiave nella riuscita del weekend di Las Vegas. Tuttavia, la ricerca della finestra operativa potrebbe non essere affatto semplice, con l’assetto e la preparazione del giro tra le variabili. Da aggiungere anche le difficolta alla ripartenza dopo Safety Car, che potrebbe rendere tutto più complesso per le gomme.
“In termini di pneumatici, si tratta davvero di portarli in un ambiente diverso, non è vero?“, afferma Paul Monaghan, ingegnere capo della Red Bull.
“Nel 2020, siamo andati al Nurburgring in ottobre, e ogni giorno c’erano pioggia e freddo. E ad Austin, qualche anno fa, ricordo che un giorno era particolarmente freddo“.
“Ci siamo occupati di tutte le preoccupazioni relative alle screpolature da freddo, alla gestione degli pneumatici e a tutto questo genere di cose. E sì, sono davvero al limite inferiore della loro finestra operativa e sta a noi cercare di portare gli pneumatici nel loro range di funzionamento“.
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“È una sfida è per tutti noi. Penso che tutte e tre le mescole saranno troppo fredde. Si tratta di capire se riusciremo a farle entrare nella finestra per un periodo di tempo sufficiente tale da coprire uno stint di gara”.
Come detto da Paul Monaghan, c’è una relazione tra penumatici e aerodinamica in quella che lui definisce “carrozzeria delle ruote” (condotti dei freni per esempio). Tuttavia, anche le condizioni della pista avranno un impatto notevole sulle atre aree della vettura. In Messico e in Qatar le squadre hanno aperto il più possibile le feritoie per far respirare la power unit, mentre a Las Vegas non sarà necessario. Le temperature basse potrebbero anche portare le squadre a pensare feritoie chiuse e minima resistenza, ma potrebbe non essere così semplice.
“In tutta onestà, non sono molto preoccupato di risolvere il problema del raffreddamento della vettura“, ha proseguiti Monaghan. “Vedremo alcune vetture più chiuse, forse qualcuno modificherà le uscite di raffreddamento verso la parte posteriore della scocca superiore, che si restringerà un po’.”
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“Credo che in genere, ed è una sorta di riassunto a grandi linee, se apriamo la macchina, perdiamo un po’ di deportanza“, dice Monaghan.
“Quindi più siamo chiusi, meglio è per la nostra deportanza. In genere, la resistenza all’avanzamento è più dovuta agli pneumatici e all’ala posteriore che ai sistemi di raffreddamento”.
“Se possiamo caricare un po’ la macchina, chiudendola, lo faremo. Ma stiamo arrivando alla fine della stagione, quindi non si tratterà di una carrozzeria completamente nuova o di qualcosa che decideremo di fare. Cercheremo di farlo con le opzioni che abbiamo“.
L’analisi di Paul Monaghan risulta essere molto interessante. Quando i team iniziano a pensare al limite del budget cap, presentare nuove componenti per una gara specifica diventa un lusso, persino per i top team.
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