Montezemolo osserva la crisi Ferrari: l’ex patron non nasconde la delusione per certe scelte dell’azienda.
Luca Cordero di Montezemolo torna a parlare di Ferrari, e lo fa con toni poco entusiasti: l’ex patron osserva il Cavallino, analizzandone la crisi e le possibili soluzioni.
Il 75enne bolognese ricorda, al programma Piazzapulita in onda su La7, i momenti trascorsi a Maranello: “La Ferrari è ed è stata una delle cose più importanti della mia vita. Sono stato a Maranello in due occasioni: negli anni ’70 ero assistente di Enzo Ferrari, ero un giovane direttore sportivo. Poi anche negli anni ’90.”
Invitato dal giornalista Formigli a parlare della situazione attuale della scuderia, Montezemolo non trattiene la delusione: “È un discorso lungo e un po’ doloroso. Mi dispiace vedere la Ferrari così e non penso sia una crisi di breve termine. Si tratta di ricostruire, e quando si tratta di ricostruire bisogna anche trovare sul mercato i migliori tecnici.”
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L’ex presidente della Ferrari invita a guardare l’esempio dell’era Schumacher: “Quando misi insieme la squadra che oggi chiamano il “Dream Team”, io presi Todt, Domenicali, Brawn e Byrne“.
“Schumacher arrivò due anni dopo, quando sapevamo che il pilota avrebbe fatto la differenza. Prima anche Superman non l’avrebbe fatta.”
“Fu costruita una squadra, mi auguro che questo oggi avvenga, anche se in ritardo. Per ricostruire bisogna anche andare a recuperare sul mercato alcuni tecnici fondamentali di qualsiasi nazionalità. Perché per vincere ci vuole competenza“. E continua: “Bisogna anche portare cultura nell’azienda in certi settori in cui è meno forte.”
Sulla monoposto 2023: “Mi dispiace molto perché quest’anno, al di là dei proclami, mi sarei aspettato una vettura più competitiva, un’evoluzione di quella 2022, che soprattutto nella prima parte di mondiale era stata forte.”
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