Test 2023 che vanno in archivio con la conclusione delle ultime otto ore del day 3. Andiamo a tirare le somme di quanto successo fin qui in Bahrain, analizzando tutti i dati raccolti.
Si spengono i riflettori sul circuito del Sakhir e con essi questi tre giorni di test. Test che passano sempre un po’ in sordina per via della loro poca credibilità, in quanto i team spesso tendono a “nascondersi” e a non mostrare tutto il loro reale potenziale. E’ un classico esempio quello della Mercedes, che negli anni del dominio sembravano faticare nei test, per poi annientare la concorrenza già dopo il primo gran premio. Tuttavia, questi tre giorni sono fondamentali per vari motivi, analizziamoli rapidamente.
Si tratta del primo approccio della pista, sia per i piloti che per i team, intenti a scoprire tutta l’efficienza, e anche le problematiche, che la vettura offre. I test offrono inoltre il primo vero sguardo che ingegneri e tifosi possono dare alle vetture, dato che le presentazioni di esse negli ultimi anni lasciano quasi sempre l’amaro in bocca. Ultima, ma non per importanza, la possibilità di “rispolverare” le varie procedure di sicurezza: in questi giorni avete infatti notato che, durante la sessione, specialmente nei minuti finali, entrano in scena regimi di bandiera gialla o rossa e regimi di Virtual Safety Car.
Nonostante l’ormai celebre frase “sono solo test”, abbiamo raccolto i dati emersi in questi giorni per tirare le somme e analizzare le sensazioni date da queste nuove vetture 2023.
Red Bull, inizio da leoni
I campioni del Mondo sono tornati come ci avevano lasciati ad Abu Dhabi. Nonostante i mille episodi sul budget cup, che avevano fatto presagire ad un crollo di rendimento nel 2023, le vetture di Newey sembrano volare, specialmente sul passo gara. I due alfieri, Verstappen e Perez, hanno percorso rispettivamente 204 e 209 giri, totalizzando per la scuderia austriaca un totale di 413 giri. Inoltre, il giro più veloce di questi test appartiene proprio alla Red Bull, con Perez che, nell’ultimo giorno, ha percorso i 5412 metri del circuito di Manama in 1:30.305, ben 2 decimi e mezzo più veloce rispetto all’1:30.558 (tempo che è valso la pole position) fatto registrare lo scorso anno da Charles Leclerc.
Ferrari, c’è da lavorare
Tanti, troppi esperimenti provati dagli uomini del cavallino, rendendo difficile un’analisi perfetta della nuova SF23. Nel Day 1 hanno provato assetti estremi e la vettura sembrava inguidabile, mostrandosi eccessivamente nervosa. Durante il Day 2 si è passati alla ricerca dell’assetto ideale e, mentre nelle prime fasi si notava un bel sovrasterzo, con delle ulteriori modifiche si è passati al sottosterzo.
Tuttavia, ciò che della F1-75 si è rivelato esser il tallone d’Achille, e quindi il motore, in questa SF23 sembrano esserci sonori miglioramenti in termini di potenza. Le velocità fatte registrare da entrambi i piloti della Rossa sono significative. C’è ancora un tassello però da mettere a posto, ed è lo stesso tassello dello scorso anno, specialmente nella seconda parte di stagione dopo la famosissima DT39. La SF23 sembra mangiare le gomme, con i dati raccolti nei long run che non soddisfano a pieno. Tuttavia, è un fattore su cui ci si può lavorare, con la ricerca di un buon setup.
416 i giri totali percorsi, con Sainz che, con i suoi 218 giri, si ritiene soddisfatto del lavoro svolto. Meno Leclerc, il quale ha affermato che c’è da lavorare, ma il potenziale sicuramente non manca.
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Aston Martin, occhio alla sorpresa
Dopo queste 24 ore di test non si possono non sottolineare le prestazioni dell’assoluta sorpresa di questi test, l’Aston Martin. Con un Alonso in palla e uno Stroll non pervenuto (infortunio ai polsi) i dati riscontrati nel team inglese sono davvero molto positivi. Ciò che più ha colpito il circus è stato il passo gara indemoniato di Fernando Alonso, il quale ha abbinato costanza e velocità.
In questi test c’è stato spazio anche per il campione di F2, Felipe Drugovich, il quale ha sostituito l’infortunato Lance Stroll. Tuttavia il brasiliano ha effettuato solo 117 giri, rispetto ai 270 di Alonso. Sarà lui a sostituire Stroll domenica? Su un’Aston così pimpante, occhio alla sorpresa.
Mercedes, difficoltà o gioco del nascondino?
Tante aspettative per il team anglo-tedesco all’inizio di questi test. Ci si aspettava un miglioramento, con un evoluzione della W13 che doveva spaventare gli avversari. E invece, dopo 398 giri percorsi, il clima a Brackley sembra essere piuttosto teso, con una vettura che non sembra rispondere ai comandi giusti. Le dichiarazioni di Wolff infatti, non lasciano ben presagire. Ma attenzione alle sorprese e ai colpi di scena, perché la Mercedes è la scuderia che più di tutte durante i test gioca a “nascondino”, non mostrando le reali potenzialità che la vettura presenta. Basti pensare agli anni del dominio, dove nei test sembravano faticare, per poi rifilare mezzo secondo alla concorrenza durante i gran premi.
Non dovremmo attendere molto per scoprire se il team dalla stella a tre punte è in reale difficoltà, andando ad affrontare una stagione che si rivelerà faticosa, oppure c’è ancora il colpo da affondare. Sabato, giorno di qualifiche, la sessione dove non si potrà risparmiare niente, sarà l’ora della verità.
McLaren, che disastro
312 giri totali, il numero più basso di questi test; Norris che prende a pugni il muro per sfogare la frustrazione. Insomma, quello della McLaren è stato un inizio davvero disastroso, uscendo da questi test con una strada in salita da percorrere. Lo stesso Andrea Stella, Team Principal, ha ammesso che questa vettura ha scarsa efficienza aerodinamica e difficilmente potrebbe raggiungere i propri obiettivi. Ritorno al 2015?
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