La McLaren esce con le ossa rotte dai test del Bahrain: Andrea Stella ammette che la macchina ha scarsa efficienza aerodinamica e potrebbe non raggiungere i propri obiettivi. Norris, sorridente nelle interviste, si sfoga sui muri della sua stanza.
I test prestagionali, come da tradizione, emettono i primi verdetti. Per quanto non rappresentino necessariamente le reali prestazioni alla prima gara, si lasciano dietro qualche vincitore e qualche vinto. La Red Bull, da un lato, conferma i suoi obiettivi iridati. La Ferrari insegue, con ancora qualche piccolo passo da fare. E la McLaren? Volendoci affidare alle parole di Zak Brown, la scuderia di Woking non raggiungerà i propri obiettivi, almeno alla prima gara.
Le dichiarazioni prima, durante e subito dopo i test, si sa, vanno ben soppesate. I team tendono a nascondersi, con dichiarazioni ambigue e, spesso, al ribasso. Eppure, quando un Team Principal ammette che “alcuni obiettivi di sviluppo non sono stati raggiunti“, c’è da credergli. È questo il caso di Andrea Stella, alla sua prima vera esperienza da TP McLaren.
L’ingegnere italiano ha descritto lucidamente lo stato attuale della vettura: “Lo scorso anno ci siamo posti dei chiari obiettivi di sviluppo. Purtroppo, l’efficienza aerodinamica è rimasto un nostro punto debole. Ma non ci sono stati passi indietro, piuttosto non abbiamo sviluppato la vettura abbastanza rapidamente. Ci aspettiamo un grande passo in avanti con i primi aggiornamenti“.
L’efficienza aerodinamica può essere un vero incubo, per una monoposto. Non essere aerodinamicamente efficienti vuol dire dover sacrificare downforce per compensare la troppa resistenza all’avanzamento. Sacrificare downforce, a sua volta, vuol dire essere poco stabili in curva e avere difficoltà nel fermare la vettura. Insomma, una spirale infernale nel quale si trova, suo malgrado, coinvolta la McLaren.
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Il midfield della F1 è, da qualche stagione, molto compatto. Tante scuderie possono aspirare ad essere “la prima degli altri“, dietro a Red Bull, Ferrari e Mercedes, con una differenza di prestazioni nel gruppone davvero minima. Tuttavia, i passi avanti fatti da altre scuderie sono innegabili: con l’Aston Martin a tallonare persino la Mercedes, un’Alpine nascosta ma potenzialmente veloce e un’ottima Alfa Romeo, persino sopravvivere al Q1 potrebbe essere un’impresa, per la McLaren.
Per ammissione dello stesso Stella, il team di Woking potrebbe “faticare a qualificarsi al Q2“. Ma, per il Team Principal, le possibilità non sono tutte a proprio sfavore: “Il gruppo è molto compatto, in certi casi potremmo lottare per il Q3. In ogni caso, il nostro obiettivo è essere un Top 4. Al momento, non siamo necessariamente in quel range.”
La moderazione ed il contegno, però, non salverebbero la McLaren dall’ennesima stagione deludente. Il primo a soffrirne potrebbe essere Lando Norris, giovane talento inglese al suo quinto anno con la vettura papaya. Il suo contratto, rinnovato all’inizio della passata stagione, scadrà nel 2025, ma alcuni cominciano a dubitare di quella che sarà la sua durata effettiva.
“Sarò qui ancora qualche anno non perché credessi di vincere dei titoli – ha spiegato Norris a Sky Sport – ma perché era ciò che volevo. So che la strada è lunga e che dobbiamo lavorare molto sullo sviluppo della monoposto“. Tuttavia, la realtà dei fatti potrebbe essere diversa. Secondo Will Buxton, Norris avrebbe tirato un pugno al muro, nella sua stanza: “Non è stato certo un pugno che avrebbe buttato giù una parete, ma c’era sicuramente della frustrazione“, ha rivelato il presentatore della F1.
Insomma, le speranze di sviluppo futuro potrebbero non bastare per tranquillizzare gli animi nella McLaren. “La buona notizia è che abbiamo un buon flusso di aggiornamenti – spiega Andrea Stella – Ci sono delle componenti che ci garantiranno migliori tempi sul giro. Non posso essere più specifico, ma faranno la differenza per l’efficienza aerodinamica“.
La scuderia di Woking è stata molto cauta, al lancio della vettura. Se il Team Principal annuncia importanti aggiornamenti, che saranno in grado di rimettere in piedi la stagione, forse c’è da credergli. Il tempo è agli sgoccioli, però, e un team del calibro di McLaren non può permettersi di arrancare nelle retrovie ancora a lungo.
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