Gara tiratissima per la vittoria quella di domenica. Hamilton la spunta su un ottimo Verstappen grazie a un’ottima strategia, a una Mercedes che ha nella gestione gomme uno dei suoi veri punti di forza e a una guida da vero “hammer time” per tutta la seconda parte del Gran Premio. Andiamo ad analizzare i vari temi. GP Ungheria analisi
Gli stint dei top 5
Ecco le medie degli stint dei primi 5 classificati. Si nota subito come Hamilton nel terzo stint trovi una media velocissima che sarà poi la chiave per la sua vittoria. Il disastro Ferrari nel primo stint è evidente con Leclerc e Vettel circa 1 secondo al giro più lenti del duo di testa. Il secondo stint di Vettel con le gomme soft è discreto, ma attenzione perché è durato molti meno giri ed è iniziato molto dopo per cui la media migliora per questo motivo. GP Ungheria analisi
Vettel più bravo di Leclerc a gestire le gomme
Invece notevole rispetto a Leclerc la capacità di Vettel di far durare le gomme medie nel primo stint ben 12 giri in più del compagno di squadra senza far crollare la media. Lo stesso monegasco alla fine della gara dirà che deve rivedere la sua gestione delle gomme perché Seb è stato migliore di lui.
Ottima la McLaren
Ottima anche la gara della McLaren di Sainz, in grado di far durare le gomme Soft comunque a lungo e poi di tenere con le Hard un ritmo simile alla Ferrari di Leclerc. Davvero notevole ancora una volta la gestione gomme del team di Woking.
Il duello Verstappen Hamilton
Anima della gara è stata come detto il duello tra Hamilton e Verstappen. Il team tedesco si inventa una strategia a due soste per dare a Hamilton la possibilità di attaccare. Si vede dal grafico come Lewis rientri be 19.2 secondi dietro a Verstappen con soli 20 giri al termine. Da lì il britannico inanella una serie di giri da qualifica mentre l’olandese arriva al fine vita delle gomme. Il famoso “tire cliff” colpisce Verstappen che alza i suoi tempi sempre di più mentre Hamilton arriva e lo passa di slancio.
La cosa da notare sul pit stop Mercedes è che facendo cosi all’improvviso il secondo pit stop ha in pratica fatto una mossa non copiabile dai rivali austriaci. Infatti col primo giro a gomme fresche Hamilton aveva già guadagnato quel tanto che bastava a far sì che se anche Verstappen si fosse fermato sarebbe finito dietro al britannico. A quel punto Red Bull aveva la strategia obbligata di provare ad arrivare fino in fondo con quella gomma. Ma Verstappen è rimasto così senza difese negli ultimi giri.
La gara delle Ferrari GP Ungheria analisi
Le Ferrari ringraziano il problema di Bottas e il rendimento bassissimo di Gasly per aver trovato un posto sul podio che altrimenti non ci sarebbe stato. La media di Vettel è risultata essere (al netto dei pit stop) ben 1.2 secondi al giro più lenta di quella di Hamilton. Un numero sconvolgente, per una Ferrari che senza carico aerodinamico oltre a far fatica col tempo sul giro distrugge letteralmente le gomme.
Dalla grafica è apprezzabile come Leclerc abbia un passo non troppo più veloce della McLaren di Sainz e di come le due rosse non siano mai state in gara. Vettel con le gomme soft nuove ha un ritmo simile e a volte inferiore a Verstappen con le gomme hard finite. Tanto lavoro da fare a Maranello, per provare a salvare almeno il finale di stagione
Il midfield non tradisce mai lo spettacolo GP Ungheria analisi
Situazione diversa per l’affollato e livellato midfield. Vinto da Carlos Sainz, questo gruppo rimane sempre spettacolare. Da notare Gasly che rimane incollato a Sainz per l’intero secondo stint senza mai riuscire a sopravanzarlo. Raikkonen resiste al ritorno di Bottas nel finale. Perez invece con una Racing Point in crisi prestazionale alla fine crolla e tiene dietro tutta la seconda parte del gruppo.
Ora finalmente il circus si dedicherà alla pausa estiva. Si ricomincia a fine agosto per il Gran Premio del Belgio a Spa, pista dove i valori potrebbero essere parecchio diversi rispetto al tortuoso Hungaroring.
Buone vacanze a tutti!
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