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OMP e non solo: la tecnologia dietro a helmet camera e guanti biometrici – ESCLUSIVA

Helmet camera “Driver’s Eye” e guanti biometrici: approfondiamo alcuni prodotti e tecnologie di OMP e Racing Force.

Partita con l’intenzione di conoscere meglio l’eccellente realtà di OMP, l’intervista di F1inGenerale.com ha condotto a sviscerare anche altri aspetti della produzione del gruppo Racing Force. Come raccontato nel primo articolo di questa piccola “saga”, OMP è imparentata – all’interno del gruppo Racing Force – con altri marchi presenti nel motorsport, anch’essi eccellenti a livello mondiale. In questo articolo approfondiremo due prodotti, uno prodotto da OMP, l’altro prodotto da Zeronoise: si tratta dei guanti biometrici e della telecamera “Driver’s Eye”, più nota al pubblico della F1 come helmet camera.

© Copyright: Batchelor / XPB Images – via OMP Racing – Carlos Sainz sulla SF-23, focus sul casco e sull’helmet camera posta nel cuscinetto protettivo accanto all’occhio destro.

Grafica biometrica in F1? Ecco quando è nata la tecnologia

Di recente, in Formula 1, sono emerse voci di una possibile implementazione grafica televisiva dei dati biometrici dei piloti, come – ad esempio – il battito cardiaco. Ci siamo chiesti quando e come sia nata la tecnologia che permette la rilevazione di tali dati.

Tutto è cominciato ‘dalle mani’ dei piloti:I guanti biometrici sono presenti da qualche stagione, con una tecnologia standard introdotta dalla FIA implementata da tutte le aziende produttrici. Tutto è nato dall’incidente di Carlos Sainz nelle prove libere del Gran Premio di Russia del 2015, quando era ancora in Toro Rosso.”


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A spingere la realizzazione dei guanti biometrici fu un’esigenza di sicurezza: “Non fu una scelta di spettacolo per la grafica TV. Fortunatamente l’incidente di Sainz non ebbe conseguenze, ma rimase incastrato sotto le barriere per qualche minuto. In quel momento non si sapeva nulla sulle sue condizioni.”

A partire da quell’episodio la FIA ha implementato un sistema per la rilevazione dei battiti cardiaci attraverso un pulsossimetro nei guanti. Lo scopo era quello di conoscere le condizioni di un pilota anche in situazioni difficili da vedere ed avere una prima rassicurazione. Dal 2018 il guanto è biometrico con sistema standard FIA, ha raccontato Jacopo Rubino, responsabile comunicazione di Racing Force.

Foto: motorsport.com

La microcamera “Driver’s Eye”: un minuscolo prodigio tecnologico griffato Zeronoise

Driver’s Eye in Formula E, NASCAR e Supercars, helmet camera in Formula 1, la tecnologia è sempre quella ed è un orgoglio di Racing Force. “Il Driver’s Eye è un prodotto che realizziamo attraverso Zeronoise.

“Introdotto in Formula E nel 2019, questo sistema ha avuto successo e adesso si è allargato anche ad altri campionati. Da quest’anno abbiamo anche contratti con la NASCAR ed il campionato Supercars australiano, oltre che manifestazioni di interesse da altre categorie.”

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Foto: OMP Racing – La “Driver’s Eye” in copertina: il particolare proviene dal casco di Pascal Wehrlein, Formula E.

Quali e quante erano le sfide tecnologiche nella realizzazione della ‘Driver’s Eye’?

“Le sfide erano numerose. Non è la classica camera on board che monti sul casco. Il punto di forza è che si tratta della più piccola telecamera al mondo per trasmissione in diretta. Oggi siamo arrivati a realizzare una camera con un diametro di 9x9mm ed un peso di 1,43 grammi.

Quali esigenze deve rispettare?

“Deve essere neutra per il pilota e la sua sicurezza”, viene spiegato. “Oggi è qualcosa di consolidato. Viene installata nei cuscinetti protettivi ai lati della testa del pilota affinché, in caso di impatto, non diventi un fattore di rischio”.

“Ovviamente ha avuto grande successo anche grazie all’integrazione con i caschi Bell. Da questa stagione, però, la FIA ha deliberato che anche caschi di altri produttori siano predisposti a montare il Driver’s Eye.”

Si chiude così il penultimo articolo su OMP ed il gruppo Racing Force: dopo aver raccontato la storia dell’azienda e le caratteristiche delle tute nei precedenti episodi, nel prossimo articolo, l’ultimo, approfondiremo il tema della sostenibilità accompagnato da un excursus cinematografico.

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