Terminata la prima sessione di prove libere, Max Verstappen ha dovuto presenziare dinanzi ai commissari di Singapore.
Si profila all’orizzonte un braccio di ferro tra Max Verstappen e la FIA. Il fuoriclasse olandese aveva infatti risposto alle dichiarazioni di Mohammed Ben Sulayem, secondo il quale i piloti “non sono rapper” e dovrebbero limitarsi nell’uso do parolacce via radio.
Discorso valido anche per la FOM, con la federazione che starebbe spingendo per ridurre la diffusione di team radio contenenti imprecazioni verso altri piloti e non.
aveva commentato il presidente emiratino, scatenando non poche polemiche, con Lewis Hamilton che lo ha accusato di aver proferito parole contenenti elementi razziali.
Immediata poi la risposta di Verstappen in conferenza stampa con la sua solita schiettezza: “Non trasmettere i team radio aiuterà molto di più che mettere dei divieti ai piloti. Cosa siamo? Bambini di cinque o sei anni?”
”Anche se un bambino stesse guardando, alla fine imprecheranno comunque, anche se i genitori non lo faranno o non lo permetteranno”.
“Penso che si imprecherà comunque. Se non in questa stanza, forse sarà da qualche altra parte. Tutti dicono parolacce, qualcuno più di altri. Dipende anche dalla lingua che si parla”.
Ironia della sorte, la prima ”vittima” del nuovo diktat imposto dalla federazione è proprio l’olandese, che ha dovuto presenziare dinanzi ai commissari di Marina Bay per aver utilizzato parole non consone al linguaggio televisivo durante la conferenza.
”I Commissari Sportivi hanno ascoltato il pilota della vettura 1 (Max Verstappen), il rappresentante del team e hanno esaminato la trascrizione audio”, si legge nel comunicato. ”La politica della FIA è quella di garantire che il linguaggio utilizzato nei suoi forum pubblici, come le conferenze stampa, sia conforme agli standard generalmente accettati per tutti i pubblici e le trasmissioni”.
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”I Commissari Sportivi hanno esaminato la trascrizione della conferenza stampa dei piloti del giovedì della FIA a Singapore, e Verstappen ha usato un linguaggio per descrivere la sua auto durante l’evento in Azerbaigian che è generalmente considerato “grossolano, scortese” o che può “causare offesa”, e non è invece considerato “offensivo”.
”I Commissari Sportivi hanno notato che il linguaggio non era diretto a nessuno o a nessun gruppo.
Quando è stato convocato dai Commissari Sportivi, il pilota ha spiegato che la parola usata è normale nel parlato, così come l’ha imparata, non essendo l’inglese la sua lingua madre”.
”Anche se i commissari sportivi accettano che ciò possa essere vero, è importante che i modelli di comportamento imparino a essere consapevoli quando parlano in pubblico, in particolare quando non sono sottoposti a particolari pressioni. Verstappen si è scusato per il suo comportamento”.
”I commissari sportivi fanno notare che sono state comminate multe significative per il linguaggio offensivo o diretto a gruppi specifici”.
”Non è questo il caso. Tuttavia, poiché l’argomento è già stato sollevato in precedenza ed è ben noto ai concorrenti, i Commissari Sportivi hanno deciso di comminare una sanzione maggiore rispetto al passato e di “obbligare Verstappen a svolgere un lavoro di pubblico interesse” (art. 12.4.1.d del Codice Sportivo Internazionale), in coordinamento con il Segretario Generale dello Sport della FIA”.
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