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Un sogno chiamato F1: Brando Badoer si racconta tra obiettivi, McLaren, il rapporto con il padre ed il ricordo di Schumacher

L’esordio in FRECA, la firma con McLaren, il rapporto con il padre ed i sogni futuri: Brando Badoer si è raccontato ai nostri microfoni.

Brando Badoer sta muovendo i primi passi nel panorama delle monoposto e si sta sicuramente mettendo in mostra. Una carriera nel motorsport che, forse, è scritta nel suo destino. Brando è infatti figlio dell’ex pilota Minardi, e storico collaudatore Ferrari, Luca Badoer ed ha avuto come padrino niente meno che Michael Schumacher.

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Brando Badoer durante il round FRECA a Monza © F1ingenerale.com

Dopo due anni trascorsi in F4, in questa stagione il giovane pilota classe 2006 è passato a gareggiare in Formula Regional. Nel suo anno da rookie ha conquistato ben 7 podi, chiudendo al quinto posto nella classifica iridata. Risultati che gli sono valsi la promozione in F3 con Prema il prossimo anno.

McLaren aveva già posato gli occhi su di lui e l’aveva “messo in prova” per questa stagione. Le prestazioni del pilota italiano hanno convinto il team papaya ad inserirlo ufficialmente nella loro academy ed ora ne seguiranno la carriera.

In occasione del finale di stagione del campionato FRECA a Monza, abbiamo avuto la possibilità di parlare con Brando Badoer e raccogliere le sue parole su diversi temi. Un ragazzo gentilissimo e disponibile, ma che sa cosa vuole. L’obiettivo è dare sempre il massimo per coronare il sogno di arrivare, un giorno, in F1.

La stagione in FRECA ed il salto in F3

Qui a Monza, ultima gara del campionato, raccontaci un po’ com’è stato quest’anno.

È stato un anno molto importante, ho fatto tante esperienze in una categoria nuova. Il primo campionato ufficiale europeo che faccio nelle monoposto. Una stagione sicuramente importante, anche a livello di risultati sono andato bene. Abbiamo ottenuto dei traguardi importanti e ci siamo tolti delle soddisfazioni.

Hai ottenuto 7 podi e 5 secondi posti, quindi un bottino non indifferente. Sei soddisfatto di questi risultati? Cosa ti è mancato per arrivare alla vittoria?

Sono soddisfatto di questi risultati, considerando che è la mia stagione di debutto in Formula Regional. Sono mancate alcune circostanze per arrivare alla vittoria. Non c’è niente di particolare perché c’è sempre stata la velocità ed una buona gestione della gara. Quindi magari qualche dettaglio, qualche episodio e non è arrivata.

L’anno prossimo farai il salto dalla FRECA alla F3. Quali sono le tue emozioni per questa nuova esperienza e su cosa metterai principalmente il tuo focus?

Sono molto felice di passare in F3. Correrò con Prema, che è un team storico e che ha vinto tanto, quindi sono orgoglioso anche di questo.

Sarà sicuramente una stagione da cui dovrò imparare molto. Non sarà facile perché lo step è grande. Cercherò comunque di conoscere velocemente la macchina, le nuove procedure, di essere consistente e raggiungere i migliori risultati che posso, incrementando il mio bagaglio di esperienza il più possibile.

L’ingresso nel programma McLaren Driver Development 

McLaren ti ha scelto, cosa significa per te aver firmato con la loro Academy?

Significa molto perché è un piccolo passo verso il cammino alla F1. Essere scelti nella loro academy è un onore. Al momento sono il miglior team in F1. Rappresentare il loro nome è quindi un motivo d’orgoglio.

Altri tuoi colleghi ci hanno raccontato che essere parte di un’academy non è solo una questione di aiuto alla carriera di pilota, ma anche di crescita personale. Hai già avuto questo impatto nella tua carriera o cosa ti aspetti da questo punto di vista?

Il mio percorso con McLaren è appena iniziato. È da un anno che sono sotto contratto di opzione con loro, quindi ho già avuto l’opportunità di lavorare con il personale McLaren. Devo dire che è vero, al di là della crescita come pilota, contribuiscono anche alla crescita personale.

Hai modo di lavorare con persone importanti, persone non indifferenti nel mondo del motorsport, che possono trasmetterti molto, soprattutto quando si tratta di parlare con un giovane pilota come me che ha tutto da imparare. È importante tenere i piedi per terra, sfruttare l’opportunità e vedere dove si può arrivare.

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Brando Badoer con i colori McLaren © McLaren F1 Team

Visto che hai firmato con McLaren, ti chiedo un commento sulla loro stagione in F1.

Diciamo che i risultati parlano da sé. McLaren ha fatto un lavoro formidabile quest’anno, sono in testa i costruttori e gli auguro di vincere il campionato. Mancano ancora delle gare, quindi sarà importante per loro continuare a raccogliere punti e essere consistenti. Spero che mantengano la posizione perché se lo meritano dopo tutto il duro lavoro fatto negli anni precedenti.

Riguardo il campionato piloti, quello è più complicato. Matematicamente però è possibile. Finché la matematica non lo nega, possono vincere.

Il rapporto con il padre ed il ricordo di Schumacher 

Com’è il rapporto con tuo padre? Gli chiedi mai qualche consiglio o aiuto?

Ho un buon rapporto con mio padre. Lui vuole che io cresca da solo come ha fatto lui. Spesso, quindi, in certe situazioni sta da parte e mi lascia lavorare con i miei tecnici, con il team. Comunque quando ho bisogno gli chiedo un aiuto, molto spesso mi dà il consiglio giusto. Vuole però comunque farmi crescere da solo e farmi fare le cose.

Nel periodo in cui tuo padre era impegnato in Ferrari, hai avuto modo di vivere qualcosa dall’interno? Vuoi condividere qualche ricordo?

Io ero molto piccolo quando mio padre lavorava in Formula 1, però ho qualche ricordo. Mi ricordo per esempio quando lui testava a Fiorano, ed io stavo là in pista a guardarlo. Mi ricordo che spesso durante le pause tra un run e l’altro, saltavo sopra la macchina e provavo a girare a volante. Questi sono i primi ricordi di infanzia che ho.

Schumacher ti ha fatto da padrino, che ricordo hai di Michael?

Ho un bellissimo ricordo di Michael. Lui, insieme a mio padre, è il mio idolo. È un pilota di cui sento molto parlare perché mio padre ci ha lavorato insieme per molti anni. Conosco bene i suoi punti forti, so dove faceva la differenza. In un certo senso mi ispiro a lui, guardando comunque le gare degli anni 2000 e sentendo parlare di lui.

Ho un rapporto molto buono ed ho molti ricordi con la famiglia Schumacher. Spesso andavamo in vacanza insieme, quindi ho avuto modo di conoscere Michael da vicino. È una grande persona.

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Michael Schumacher con Luca Badoer, padre di Brando © Getty Images

Brando Badoer, tra rinunce e futuro 

Immagino che la vita del pilota richieda qualche rinuncia alla classica vita di un ragazzo diciottenne. Come vivi questa situazione e come riesci a conciliare le corse con lo studio?

Sono sacrifici che faccio con piacere. Sicuramente ho meno tempo per socializzare con i miei amici o spendere tempo con loro però, come ho detto prima, lo faccio per una buona causa e quindi non ci soffro neanche per questa cosa. Preferisco stare in pista, ad essere sincero.

Con lo studio non è facile. Faccio la quinta superiore e sono comunque sempre andato bene a scuola. I miei professori mi aiutano e quindi, un po’ con loro aiuto e un po’ col sacrificio, riesco a stare al passo con i tempi e con il programma scolastico.

Facendo più un salto nel tuo futuro, dove ti vedi tra 5 anni?

È una domanda difficile, dipende da molte cose. Tra 5 anni spero di essere in F1, ma vediamo. Come ho detto prima bisogna tenere i piedi per terra, concentrarsi su se stessi migliorando qualsiasi cosa. È un percorso lungo e difficile, però vediamo.

Hai avuto modo di conoscere Andrea Kimi Antonelli? Quanto ti motiva a sapere che l’anno prossimo farà il suo esordio in F1?

Sì, io e Kimi siamo cresciuti insieme. Lo conosco molto bene, è uno dei miei migliori amici. Sono molto felice che abbia firmato un contratto per la F1 così presto.

Sì, mi motiva. Così come mi motiva anche a vedere che i giovani piloti della F2, come Colapinto o Berman, arrivano in F1 e vanno molto forte. È  molto importante dare spazio ai giovani e auguro a Kimi il meglio per la sua carriera. Spero di poterlo raggiungere in futuro.

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