“C’è una forza motrice più forte del vapore, dell’elettricità, della forza atomica: la volontà”. È una citazione che sentiamo spesso pronunciata ma raramente vediamo applicata. Quest’anno, però, penso che noi tifosi della rossa ne abbiamo avuto una dimostrazione lampante.
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Il momento sportivo più bello di questo 2017 appena finito risale infatti al giorno del mio compleanno, 30 luglio.
La Formula 1 fa tappa in Ungheria in una splendida giornata di sole. Le Ferrari di Vettel e Raikkonen dominano le qualifiche e i primi 25 giri di gara sembrano una passeggiata di salute per le Rosse.
Ma l’incantesimo rischia di rompersi: sulla macchina di Vettel, primo fino a quel momento, si rompe il piantone dello sterzo, costringendo il tedesco a guidare tutto il resto della gara con il volante che tira a sinistra e la macchina che fa capricci perfino a stare diritta: gara finita pensò ogni appassionato in qualsiasi angolo del mondo. “Avoid heavy curbing” gli dicono via radio dai box, “evita di andarci giù pesante sui cordoli”. Facile a dirsi, quasi impossibile da fare. A meno che tu non sia un fuoriclasse con determinazione e talento fuori da ogni logica: Vettel vuole vincere e lo fa, aiutato da una grande squadra, è tutta qui la lezione che ci impartiscono gli uomini di Maranello.
I 50 giri che mancano sono un mix di sconforto, adrenalina, speranza, fiato sospeso: con la calma, la tenacia e la consapevolezza che solo i grandissimi hanno, Seb resta in testa tutta la gara, scortato per uno storico 1-2 Ferrari fino al traguardo dal compagno, che respinge ad oltranza ogni attacco delle arrembanti Mercedes.
Dove sta scritto che la F1 è noiosa?
Pierluigi Puca
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