F1 | La bugia della stagione aperta: McLaren e Ferrari tra fatti, finzione e speranze

Favorevoli inganni: la F1 teme la McLaren e spera nella Ferrari, alla vigilia della “stagione più aperta di sempre”, tra fatti e finzione

Tutti ci sperano, ma dipende da Ferrari: la F1 vuole una “stagione aperta” per scacciare l’incubo McLaren. Non la FIA, non i circuiti extraeuropei o qualunque altra cosa possa venire alla mente: il vero nemico del Circus, ora più che mai, è la noia. La narrazione, alla viglia di Melbourne, è costruita a tavolino per escluderla da qualsivoglia scenario. Eppure il pericolo è più vivo che mai.

F1 | La bugia della stagione aperta: McLaren e Ferrari tra fatti, finzione e speranze
Ferrari, McLaren e gli altri: la stagione aperta per combattere la noia in F1 – PH: F1inGenerale

Lo splendido Albert Park comincia ad affollarsi. Le scuderie sono arrivate già da un po’, ora è il turno di giornalisti, fotografi, volontari e tutte quelle persone che rendono possibile il grande show della Formula 1. Gli occhi vanno tanto al tracciato, immerso nel verde dell’omonimo parco, quanto al cielo. Il sole, si dice, lascerà presto spazio a precipitazioni di varia intensità.

Manca ancora qualche giorno, ma ormai ci siamo. Allo spegnimento dei semafori, una nuova stagione della massima serie avrà inizio. 58 giri di gara che decreteranno il primo vincitore dell’anno. La pioggia potrebbe mescolare le carte, come di consueto, ma infondo, nel round numero uno, non importa chi vinca. Vanno bene tutti. Tranne la McLaren, s’intenda.

Il mostro sotto il letto

Mettiamo subito le cose in chiaro: nessuno ha quella famosa sfera di cristallo, o palla di vetro. Scommettere su questa o quella scuderia, prima ancora di vedere una singola sessione di Prove Libere, non è null’altro che una “speranza”. I tifosi Ferrari sperano nella SF-25, quelli Mercedes nella W16, e via dicendo. E poi c’è Liberty Media, che spera in tutti, tranne che nella MCL39.

La Formula 1 cerca un esito non scontato, lo ha fatto per tutto l’inverno. Cavalcando l’entusiasmo della “rimonta mondiale” della passata stagione, è stato naturale puntare nuovamente sull’incertezza. Tutte le parti interessate, scuderie comprese, hanno continuato a ripetere l’utile slogan della “stagione più aperta di sempre“. Ma lo potrà essere davvero?

Nel motorsport tutto è possibile. Ma questa volta, forse, è anche necessario. Lo spettro è quello della noia, che timidamente, ma non senza malizia, aveva pronosticato Andrea Stella qualche mese fa. Ancor di più, lo sono le infinite possibilità del 2026, quando i nuovi regolamenti potrebbero propiziare una nuova era di dominio assoluto, come accadde con Mercedes nel 2014.

I re del deserto: cosa ci ha detto il Bahrain

Al netto di ogni considerazione, come già sottolineato, ogni pronostico è fine a sé stesso. Qualche dato, però, lo abbiamo davvero, e viene dal Bahrain. Nella tre giorni di test a Sakhir, mai come quest’anno sono mancati i grandi exploit. Le macchine si conoscono, i progetti sono giunti alla loro ultima iterazione, difficile sconvolgere avversari e addetti ai lavori, se non in negativo.

Persino il passo gara McLaren sembra passato in sordina. Notato, certo, eppure poco considerato. Un ritmo che potrebbe tradursi in un distacco abissale, tra i venti e i trenta secondi, su distanza di Gran Premio, che non ha suscitato quasi nessuna emozione. Anzi, le dichiarazioni non sono praticamente cambiate: “Sarà un mondiale apertissimo“, dicono in coro i top team.

Vietato uccidere l’hype, insomma. Anche se nessun pilota è sembrato tenere il passo di Norris e Piastri, meglio non parlarne e darsi appuntamento a Melbourne. Battere il ferro finché è caldo, nella speranza che quello Papaya, nel deserto, sia stato solo un terribile miraggio. Allo stato attuale, però, c’è un solo altro colore che può tenere in vita questa stagione.

Ferrari: da grandi poteri, grandi responsabilità

La Ferrari è sospinta da un tifo mai – nelle ultime stagioni – così vigoroso. L’arrivo di Lewis Hamilton ha riacceso un ambiente che aveva bisogno di nuovi stimoli e rinnovate speranze. I paragoni con Michael Schumacher si sprecano, anche se il vero gioiellino di casa potrebbe ancora essere il compagno di box. La responsabilità, quest’anno, è doppia.

Ci sono i ferraristi, accorsi in massa a festeggiare l’inizio della stagione, a Milano. Un popolo tutto cuore e passione, che meriterebbe la gioia del mondiale: tanti giovani appassionati, oggi, neanche erano nati quando Kimi Raikkonen conquistava quel suo unico ed eroico titolo iridato, ad Interlagos. È tempo di riportare il Rosso sul tetto del Circus.

Maranello deve dimostrare che quelle intuizioni su una SF-25 nascosta, a Sakhir, erano giuste. Che il potenziale per insidiare Lando Norris esiste. Deve farlo per il bene di quella tanto attesa “stagione aperta” che, altrimenti, aperta lo resterebbe ben poco. Impostate la sveglia, allora, anche se di dormire neanche avete voglia. È tempo di tornare in pista.

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Foto Copertina: F1inGenerale

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