In occasione del BMW i Berlin e-prix di Formula E, F1inGenerale ha avuto la possibilità di incontrare Vitantonio Liuzzi, uno degli ultimi italiani a correre in Formula 1.
Tu hai vissuto l’era dei motori aspirati e una prima rivoluzione regolamentare nella stagione 2009 quando il team Brawn GP vinse entrambi i mondiali. Cosa pensi dei nuovi regolamenti adottati dalla Formula 1?
La Formula 1 è sempre la massima espressione del motorsport. Ovviamente ci sono degli investimenti diversi. Insieme alla Formula E costituisce un mondo parallelo ma profondamente diverso. Non si possono paragonare soprattutto con le nuove complessità. Formula 1 Liuzzi
Il problema degli alti e bassi della Formula 1 deriva dagli stessi costi di gestione che devono essere affrontati in ogni stagione. Ecco perché magari ci sono sempre meno aziende che vogliono investire e più imprenditori che vogliono avere il loro “giocattolino”. Al di là di questo però resta sempre una categoria molto affascinante; le vetture sono bellissime esteticamente ma troppo complesse per il pubblico appassionato del vecchio motorsport. Gomme diverse, ERS, DRS…tutto molto complesso per essere capito da un semplice fan.
Quest’anno finalmente con Antonio Giovinazzi la Formula 1 vede in griglia un pilota italiano. Tu insieme a Jarno (Trulli ndr) sei stato uno degli ultimi. Quanto è importante per il nostro paese avere uno o più rappresentanti in Formula 1?
Noi siamo sempre stati una nazione che in passato ha dettato legge nel mondo del motorsport. Non è stata una bella cosa non aver avuto un pilota italiano per tutto questo tempo. Abbiamo bisogno di un pilota italiano perché oltre alla Ferrari, che ovviamente è uno dei marchi più prestigiosi del motorsport, l’Italia è un mercato importantissimo nel mondo dei piloti. Da un lato ci sono sempre meno talenti italiani che non spiccano a causa dell’eccessivo costo delle categorie inferiori e dall’altro non abbiamo sponsor, non abbiamo chi ci supporta. E questa è anche la ragione per cui io, Jarno (Trulli ndr) e Giancarlo (Fisichella ndr) siamo usciti dal circus. Ma per fortuna adesso c’è Antonio che ha tanta pressione sulle spalle perché deve mantenere alta la bandiera italiana e non è semplice, soprattutto perché ha un grande compagno di squadra. Ma averlo in Formula 1 è un privilegio per tutta l’italia.
Durante la tua carriera in Formula 1, quale compagno di squadra ti ha impressionato di più è perché?
Ho avuto la fortuna di trovarmi sempre bene con tutti i miei compagni di squadra. A livello di velocità Daniel (Ricciardo ndr) era un talento naturale, era più istintivo. È stato l’unico che mi ha dato del filo da torcere.
Nella prima stagione di Formula E hai avuto la possibilità di prendere parte a questo campionato e proprio a Berlino hai ottenuto i primi punti. Cosa pensi di questa entusiasmante stagione di Formula E?
La Formula E è una categoria davvero entusiasmante. Quest’anno sta dimostrando di avere tanti avvicendamenti al vertice della classifica piloti. Ogni gara c’è un vincitore diverso, in ogni qualifica tutti possono ottenere la pole. Il nuovo regolamento della qualifica e il fatto che i piloti possono completare la gara senza dover cambiare macchina sicuramente ha aiutato lo show e lo spettacolo.
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