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F1 | Con la pole cambia la strategia: l’analisi di un Vasseur stupito, ma non troppo

In Messico la pole non è sinonimo di leadership in curva 1, ma può essere la chiave per una strategia di gara differente: l’analisi di Vasseur.

La pole position in Messico sorprende Vasseur, ma non troppo: il boss della scuderia avvertiva già un buon presentimento dalla mattina e ha spiegato l’importanza del risultato in ottica strategia di gara.

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Foto: @FerrariF1FRA Twitter

“Ci sono alcuni tracciati come il Messico. Qui è fondamentale l’equilibrio, la chiave è spingere nel primo settore ma non troppo, in modo da mantenere la gomma per l’ultimo settore“, ha detto il francese.

Il team principal della rossa racconta la qualifica sin dal principio: “Siamo stati piuttosto coraggiosi. A inizio sessione abbiamo montato le medie per preservare quattro set di soft per il Q2 ed il Q3. Questo ha forse permesso ai piloti di affinare la propria guida e trovare la giusta finestra per fare il giro perfetto.”

Un risultato inaspettato per molti, un poco anche per Vasseur, che tuttavia avvertiva un certo ottimismo sin dalla mattina del sabato. “Rispetto a Charles fin dalla mattinata ero più ottimista, anche se era difficile prevedere un tale risultato. Dipendeva dalla condizione degli pneumatici nel terzo settore, ma sono sempre stato ottimista. Prima di abortire il proprio giro i piloti avevano mostrato un buon ritmo. Non sapevamo però come avremmo superato il terzo settore”, ha dichiarato ricordando le FP3.


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In Messico la pole position non è sinonimo di leadership in curva 1. A separare la prima piazzola dalla prima staccata sono molti metri, nei quali è possibile prendere la scia e tentare l’attacco. Nonostante questo partire davanti resta un vantaggio, soprattutto in termini strategici. “La qualifica è importante per la corsa ma soprattutto per il raffreddamento dei componenti“, ha spiegato Fred Vasseur. “Le qualifiche sono state una priorità per noi fin dall’inizio e sono particolarmente contento del risultato. È meglio essere davanti con aria pulita piuttosto che ritrovarsi nel gruppone con la consapevolezza di dover fare 50 giri nell’aria sporca. Trovarsi costretti a fare lift and coast al secondo giro avrebbe reso tutto difficile.”

Il manager transalpino, infine, non ha voluto sbilanciarsi sulla gara: L’importante è, ancora una volta, rimanere concentrati su noi stessi. Dobbiamo provare a trarre il meglio da ciò che abbiamo.”

 

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