Diego Ioverno, capo operazioni vettura in Ferrari, rivela il lavoro svolto a Maranello per migliorare i pit stop in vista della stagione 2023.

Da qualche anno a questa parte Formula 1, in collaborazione con DHL, stila una classifica che premia i meccanici più veloci. Nel 2022, le prime cinque posizioni di questa speciale graduatoria sono state occupate dagli uomini Red Bull, in grado di ottenere un punteggio superiore di ben due volte rispetto a quello Ferrari.
Un risultato senza dubbi non decisivo, ma indicativo della bontà del lavoro svolto a Milton Keynes la scorsa stagione sotto ogni aspetto.
L’obbiettivo per il 2023 in Ferrari è quello di sovvertire le gerarchie. Per riuscirci, gli uomini in rosso hanno lavorato duramente durante la pausa invernale, con oltre 1000 simulazioni di pit stop all’attivo sotto la supervisione di Diego Ioverno, capo operazioni vettura di Maranello.
Ioverno, intervistato da Motorsport.com, a chiarito cosa è mancato la scorsa stagione rispetto a Red Bull.
“Con la mia esperienza in F1 ho capito una cosa. I GP non si vincono grazie ai pit stop, ma una sosta lenta può costarti la vittoria. Per questo è fondamentale alzare il livello della squadra”.
“Il campionato 2023 sarà il più lungo di sempre e lo scorso anno la maggior parte dei problemi si sono verificati dopo le rotazioni del personale. Il nostro lavoro è stato svolto soprattutto in quest’ottica”, spiega il capo operazioni vettura.
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Soste sotto i tre secondi: Ferrari alza l’asticella
Un buon pit stop in Formula 1 normalmente si svolge sotto i tre secondi. Questo è l’obbiettivo che si è posta Ferrari per il 2023.
“Lo scorso anno abbiamo effettuato il 73% delle soste sotto i tre secondi. Non è un risultato sufficiente rispetto al target dell’80% che ci eravamo imposti. Per il 2023 l’obiettivo sale all’84%”, chiarisce Ioverno.
Si lavora, dunque, per aumentare la percentuale di pit stop effettuati sotto i tre secondi, ma anche per ridurre quella di soste oltre i 4,5.
“Non vogliamo che le soste superiori ai 4,5 siano oltre il 9% del totale. Per avere un termine di paragone, Mercedes ha una percentuale relativamente bassa di pit stop sbagliati [4%] ma in media sono comunque più lenti di noi”.
Una stagione di successo parte anche da qui.
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