In un’intervista esclusiva a Motorsport.com, Bertrand ha rivelato che l’aggiornamento aerodinamico previsto per la stagione sette sarà mirato ad avere vetture meno robuste per ridurre in contatti in pista.
In attesa che ricominci il campionato di Formula E, impazzano le discussioni sul futuro della categoria. Longo ha già paventato la possibilità di estendere la durata di gara già a partire dalla prossima stagione. In un’intervista esclusiva rilasciata a Motorsport.com, Bertrand ha fornito alcuni dettagli sulle vetture per l’anno successivo.
“Lanceremo un nuovo design nella stagione sette [2020/2021] e sarà pensato in maniera tale che la parte anteriore sarà leggermente più fragile, così che se i piloti si toccheranno, sarà auto-penalizzante”.
Le monoposto di seconda generazione introdotte quest’anno dovevano avere inizialmente un ciclo di vita previsto di tre anni prima dell’avvento delle Gen3. Tuttavia, la durata delle Gen2 è stata estesa a 4 anni, con l’introduzione di un aggiornamento aerodinamico a metà ciclo. Si ripete quindi quanto fatto con le vetture di prima generazione.
Contatti più penalizzanti
La Formula E si pone l’obiettivo di diffondere la mobilità elettrica e pulita. Tuttavia spesso deve affrontare la diffidenza degli spettatori verso una simile nuova tipologia di corse. Una delle caratteristiche che fanno storcere il naso a una fetta degli appassionati di motorsport è l’eccessivo numero di contatti e incidenti che si vedono in pista. Le vetture di seconda generazione infatti si sono dimostrate particolarmente robuste. Questo ha portato i piloti a osare maggiormente in fase di sorpasso, portando a vedere con una discreta frequenza tamponamenti e sportellate.
“Non so se debole sia la parola corretta”, ha continuato Bertrand riguardo all’aggiornamento aerodinamico per le Gen2. “Riguarda più il fatto che quando gareggi nella maggior parte dei campionati di monoposto, se colpisci il pilota davanti a te perdi il musetto e poi devi tornare ai box. L’intenzione è che se distruggi la gara di chi ti precede, almeno sei ‘punito’. La difficoltà che abbiamo adesso è che il pilota davanti viene danneggiato, mentre quello dietro no e questo è un grande problema.”
Una questione di compromesso Formula E
Bertrand tuttavia ha sottolineato come l’intenzione sia quella di mantenere comunque un buon livello di resistenza delle monoposto. Il basso grip garantito dagli penumatici scanalati, dall’asfalto cittadino e dal poco carico aerodinamico infatti rende le Formula E particolarmente difficili da controllare, aumentando quindi il rischio di contatti.
La serie elettrica inoltre gareggia su angusti tracciati cittadini. Un’eccessiva fragilità delle appendici quindi potrebbe frenare i piloti dal tentare i sorpassi, inficiando sullo spettacolo.
“Non si vuole andare troppo indietro, perciò dobbiamo trovare il giusto bilanciamento tra la possibilità che la parte anteriore sia leggermente meno robusta e che non diventi troppo debole, altrimenti spenderemmo il nostro tempo a esporre bandiere gialle per recuperare i musetti, il che potrebbe essere un problema. Questo è esattamente dove siamo adesso, provando a ridefinire quello che potrebbe essere il restyling che dovrebbe coprire la seconda parte del ciclo di vita delle vetture”.
Il nuovo concept di “fragilità” inoltre non influirà minimamente sulla sicurezza in pista. Le modifiche saranno mirate a migliorare esclusivamente la qualità dell’azione in pista.
“Faremo una vettura che è leggermente più auto-penalizzante, ma non sarà il caso di parlare di fragile o debole, perché sarà comunque ancora molto resistente”.