Ci sono certe cose nella vita che ti riportano indietro nel tempo. Ci sono certi colori, certi odori e certi rumori o, come piace a noi appassionati, melodie, che sanno evocare i miti gloriosi di un’epoca andata. Salone dell’Auto di Torino
Salone dell’Auto di Torino
E poi ci sono certi luoghi che, come il Parco del Valentino, ti permettono di vivere in un sogno, coccolati dalle forme di quelle auto che hanno fatto sognare intere generazioni. In questo, il Salone dell’Auto di Torino, regala un biglietto per la storia, quella nostalgica, della Formula 1 di un tempo.
Nel meraviglioso contesto del Castello del Valentino, grazie all’impegno di un grande nome della Formula 1 che è stata, tale Giancarlo Minardi, col quale abbiamo anche avuto l’onore di chiacchierare, è andata in scena un’ evocativa parata di Formula 1 che, chi più di altre, hanno scritto le pagine di questo glorioso sport.
La parata delle Formula 1
Sono le 20:34 di mercoledì 19 giugno 2019 quando la Ferrari 126C del 1984 (un tempo guidata da Michele Alboreto) fa ruggire il suo motore Ferrari da 730 cavalli dall’interno del box di partenza. La folle presente si ammutolisce, tutto il salone dell’auto rimane ad ammirare attonito un pezzo della storia del cavallino rampante.
Non il più vincente certo, solo una vittoria, una pole e tre giri veloci per lei, ma tanto basta per rimanere nell’olimpo della serie regina del motorsport.
È lei la regina e sembra quasi di saperlo. Non è una Pagani Huayra come quelle sfileranno dopo, non è una Lamborghini Miura, ma in qualche modo sa di essere la regina del salone. Ed il pubblico, muto, rispettoso, la guarda sfilare con la reverenza che si porta ad un membro anziano e saggio della propria famiglia.
Altre monoposto di Formula 1 hanno provato ieri a spodestare la Ferrari : due Tecno PA del ’72 e ’73 entrambe con una stupenda livrea Martini Racing, una Surtees f5000 del 1971 (scuderia dell’omonimo campione del mondo di Formula 1 con la Ferrari) e persino una stupenda March 761 del 1976 arancione.
Nessuna però ci è riuscita. Solo una, la Cooper BRM del;1968, guidata a suo tempo da piloti del calibro di Rindt e Ickx, ha fatto tremare davvero la folla oltre alla 126C. Sarà stato per il suo V12 assordante,;per il fascino antico della Formula 1 di leggende come Jim Clark, ma lei ha attirato più delle altre.
Sinuosa e rotondeggiante, con le ruote larghe, i bracci delle sospensioni sporgenti e l’assenza di alettone posteriore, la Cooper (la prima a portare in gare una vettura con motore posteriore) ha saputo colpire nel segno.
Una parata memorabile, un tuffo in un passato lontano ma mai dimenticato. Un passato che, come dicono in molti, se non ci fosse stato, ad oggi non esisterebbe le leggenda della Formula 1.
F1 | GP Francia, modificato l’ingresso della pit lane dopo le polemiche dello scorso anno