F1 | Il plank preoccupa anche le monoposto 2026: la FIA corre ai ripari per risolvere il problema

L’aerodinamica attiva sulle monoposto 2026 sta creando difficoltà agli addetti ai lavori e i dubbi continuano a crescere; la FIA sta tentando di intervenire, ma le criticità si moltiplicano.

Tra meno di due mesi vedremo ufficialmente le nuove monoposto, e il cambio regolamentare sta mettendo in seria difficoltà i progettisti, sempre più perplessi davanti a una rivoluzione tecnica che appare fin troppo ambiziosa.

Tra le novità più discusse del 2026 c’è proprio l’aerodinamica attiva, soprattutto per quanto riguarda il suo utilizzo in condizioni particolari. Questa tecnologia permetterà di modificare l’incidenza delle ali anteriore e posteriore nelle zone predefinite dalla FIA, così da ridurre la resistenza all’avanzamento e contenere i consumi. I nuovi motori, con una componente elettrica pari al 50%, avranno un’autonomia più limitata e complessa da gestire. Inoltre, diminuire la spinta verticale in rettilineo è fondamentale per evitare un eccessivo abbassamento della vettura e un’usura anomala del plank.

Il tema della pioggia è diventato un vero rompicapo

È proprio il tema della pioggia ad aver sollevato non pochi dubbi tra i team. Correre con le ali aperte sarebbe troppo pericoloso, perché la perdita di carico renderebbe le monoposto instabili; con le ali chiuse, invece, aumenterebbero i consumi e il rischio di toccare l’asfalto in maniera eccessiva. È proprio l’assenza di un’opzione realmente praticabile a costringere la federazione a ipotizzare soluzioni intermedie.

Una proposta è quella di limitare l’apertura dell’ala anteriore al 50%, pur rischiando uno squilibrio con il posteriore.

2026 fia aerodinamica attiva

Secondo quanto riportato da The Race, la FIA ha valutato anche una riduzione della lunghezza delle zone dedicate all’aerodinamica attiva nei rettilinei, così da diminuire il tempo in cui la vettura viene spinta verso il suolo. Rimane valida anche l’opzione di ridurre l’angolo di incidenza dell’ala anteriore.

Il direttore tecnico FIA, Nikolas Tombazis, ha spiegato che sono state analizzate numerose alternative e che una soluzione sembra vicina. Il tempo però stringe, e la possibilità che le monoposto del 2026 presentino problemi di gioventù è concreta. È probabile quindi che il primo anno serva soprattutto a comprendere le vetture, con l’obiettivo di offrire agli spettatori un futuro più spettacolare.

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