Nelle qualifiche 2 di Baku, Hamilton ha registrato un tempo quasi 1s più lento delle FP2, scopriamo perchè con l’analisi delle telemetrie.
Il primo colpo di scena in casa Ferrari nel corso delle qualifiche in Azerbaijan è stata l’eliminazione del proprio pilota inglese in Q2. Un risultato decisamente inaspettato, considerando che il 7 volte campione del mondo, mai come questo weekend, era a suo agio con la SF25, chiudendo le FP2 al comando. Tuttavia, ciò non si è confermato in qualifica, con il #44 che non è andato oltre la dodicesima posizione, segnando un tempo più lento di quasi un secondo rispetto al giorno prima. Andiamo a scoprire le motivazioni con l’analisi delle telemetrie del giro di Hamilton nelle FP2 e nelle qualifiche 2 di Baku.
Analisi telemetrie Hamilton Baku

Il primo settore, come evidenziato dal grafico, risulta sostanzialmente identico tra FP2 e qualifiche. La discrepanza più marcata emerge invece dal tratto successivo, il più guidato del tracciato. In questa fase Hamilton conferma la crescente fiducia in frenata con la SF25, segnale che le tanto richieste modifiche introdotte ai brake duct, e al conseguente raffreddamento dell’impianto, hanno effettivamente portato benefici. Non a caso, il delta nella prima parte delle tornate tende a ridursi.
La criticità cruciale si manifesta però nell’ultima fase delle curve, ovvero in trazione. Analogamente a quanto osservato sulla McLaren nelle FP2, il pilota Ferrari non riesce a trasferire efficacemente a terra la potenza in combinato, andando incontro a snap di sovrasterzo. Dalla telemetria infatti si nota chiaramente come la velocità in uscita fatichi inizialmente a crescere e come Hamilton sia costretto a modulare l’acceleratore per mantenere il controllo del retrotreno, perdendo sensibilmente tempo. Tale comportamento trova riscontro anche nei team radio, in cui il #44 ha segnalato problemi di stabilità all’asse posteriore.
Il problema parrebbe quindi legato all’assetto della monoposto, probabilmente non ottimizzato per le condizioni della qualifica, sensibilmente diverse rispetto alle libere. Questo ha generato una perdita di bilanciamento, con un probabile surriscaldamento delle gomme posteriori, particolarmente sollecitate su un tracciato stop&go come Baku, e la conseguente riduzione del grip sull’assale. Non a caso, Hamilton ha successivamente dichiarato che avrebbe preferito utilizzare la mescola media, più consistente e stabile dal punto di vista termico.
I Ferrari non migliorano il tempo delle libere
Confrontando i migliori tempi dei top team nelle qualifiche con quelli delle prove, emerge come entrambi i piloti Ferrari siano gli unici a non essersi migliorati, seppur Leclerc con un gap molto più contenuto. Ciò avvalora la tesi che la SF25 abbia sofferto particolarmente il cambiamento di condizioni tra FP2 e qualifica, sia in termini di assetto che di finestra di utilizzo della gomma. Sarà dunque da valutare la performance in gara, dove viene richiesto un diverso tipo di gestione dei pneumatici e le condizioni saranno ulteriormente differenti.

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Crediti immagine di copertina: ©F1inGenerale
