La FIA ha concesso piena libertà ai team di progettare e utilizzare un’ala anteriore mobile nei test Pirelli in vista del 2026
La stagione 2026 è ormai alle porte e, nel giro di pochi mesi, i team dovranno definire i progetti delle nuove rivoluzionarie monoposto. Quello del 2026 sarà il più grande cambio regolamentare nella storia della Formula 1, e per questa ragione le squadre avranno bisogno di numerosi test in pista.
Il regolamento, tuttavia, non consente test privati al di fuori delle sessioni ufficiali previste per febbraio 2026. Gli unici test fisici attualmente consentiti sono quelli organizzati da Pirelli, condotti con vetture dell’attuale generazione adattate per montare le nuove mescole, ridotte nelle dimensioni.
Tuttavia, per quanto rilevanti, questi test non sono del tutto attendibili: le vetture utilizzate sono concettualmente diverse da quelle che debutteranno nel 2026, e le gomme vengono quindi testate su monoposto che sviluppano livelli di carico aerodinamico ben differenti.
Le nuove monoposto saranno più piccole, dotate di pneumatici ridotti, nuovi telai, motori ancora più elettrificati e un’aerodinamica completamente rivista, con l’abbandono dell’effetto suolo. In pratica, avranno ben poco in comune con l’attuale generazione.
Per cercare di simulare il comportamento delle vetture del 2026, vengono utilizzati dei muletti derivati dalle monoposto attuali, modificati per cercare di replicare i valori di downforce previsti. Oltre alle modifiche necessarie per montare i nuovi pneumatici più piccoli, si ricorre anche ad ali a bassissimo carico, considerando che si stima una significativa perdita di deportanza.

Per quanto queste vetture non replichino fedelmente le future monoposto, rappresentano l’unico strumento concreto che i team hanno oggi per prepararsi alla nuova era.
La FIA dà il via libera all’utilizzo dell’aerodinamica attiva nei test Pirelli
Una delle novità tecniche più rilevanti sarà l’introduzione dell’aerodinamica attiva, sia sull’ala anteriore che su quella posteriore. I flap mobili si abbasseranno in determinate condizioni per facilitare i sorpassi, ridurre la resistenza all’avanzamento e migliorare l’efficienza energetica, aumentando l’autonomia delle power unit.
L’aerodinamica attiva è estremamente complessa, motivo per cui richiede uno studio approfondito da parte dei team. Per questo, la FIA ha autorizzato le squadre a modificare le attuali ali anteriori dei muletti, installando meccanismi che permettano la variazione dell’incidenza, simulando così una condizione di X mode, ovvero una modalità a basso carico aerodinamico.

Secondo quanto riportato da Motorsport.com, la FIA non avrebbe imposto limiti in termini di budget cap per queste modifiche, concedendo piena libertà ai progettisti. Potremmo quindi vedere soluzioni tecniche molto interessanti nei prossimi test Pirelli sulle ali anteriori.

Simulare la configurazione a basso carico è fondamentale per comprendere come varieranno i consumi delle nuove power unit e, soprattutto, per permettere a Pirelli di analizzare le sollecitazioni sulle nuove mescole, che dovranno essere omologate nei prossimi mesi.
Il regolamento 2026 sta sollevando numerosi interrogativi, in particolare sul fronte delle power unit, che non sembrano convincere del tutto i progettisti dal punto di vista dell’efficienza. L’introduzione dell’aerodinamica attiva è in parte una risposta a queste perplessità. Come sempre, però, sarà solo la pista a dare le risposte definitive.
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