Automotive in crisi, discussioni in Europa sul bando del motore termico per il 2035: la proposta dell’Italia non convince i “big”.
I timori per il settore automotive spingono l’Italia a sollecitare la discussione sullo stop al motore termico sulle auto nel 2035 in sede europea. Roma, incoraggiata dalle preoccupazioni dell’Associazione delle case produttrici automobilistiche – l’ACEA – si è mossa attraverso il Ministro per le Imprese, Adolfo Urso. A riportare la vicenda è l’edizione online de “Il Sole 24 Ore”.

Nel 2023 era passata l’approvazione di un regolamento che prevede tra i punti principali la graduale riduzione delle emissioni tossiche delle automobili ed il ban alla vendita di vetture a motore termico nel 2035. Proprio questo documento, che prevede un riesame del regolamento stesso nel 2026, ha ricevuto le attenzioni di Urso.
Anticipare il riesame: spiragli dai paesi europei
Tra le proposte dell’Italia – avvenuta in una discussione tra i ministri dell’Industria dei paesi UE in data 26 settembre – c’è l’anticipazione del riesame. Non più nel 2026, ma un anno prima, nel 2025. Molti paesi effettivamente temono che molte aziende del settore non abbiano la possibilità per rispettare i parametri sulle emissioni decretati già per il 2025, rischiando importanti multe. Per tal motivo, su questo primo appunto, l’Italia ha ricevuto diversi consensi, soprattutto da paesi dell’Europa orientale, dalla Romania, fino alla Polonia e alla Slovacchia. Anche Spagna e Germania avrebbero lasciato aperta la porta all’eventualità di un anticipo del riesame, differentemente dalla rigida Danimarica.
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Stop al motore termico sulle auto del 2035: paesi intransigenti
Discorso differente sulla questione principe della discussione, il divieto ai motori termici sulle auto del 2035. Di modificare la data non se ne parla, questa è l’intenzione dei “big” europei, da Parigi a Berlino, passando per Madrid. Su questo aspetto Francia, Spagna e Germania si sono mostrate piuttosto intransigenti. “Non è certo il nostro obiettivo metterlo in discussione”, ha affermato Sven Giegold, sottosegretario teutonico all’Economia. Al tedesco ha fatto eco il ministro dell’Industria della Spagna, Jordi Hereu, che ha rilanciato: “Siamo convinti di dover mantenere questa ambizione e di dover rafforzare gli strumenti per il raggiungiento di questi target.”
Secondo quanto riportato da “Il Sole 24 Ore”, infatti, “lo sguardo di molti Paesi è tutto rivolto alla necessità di non disperdere gli investimenti effettuati finora e all’urgenza di non perdere la corsa tecnologica con la Cina. In luglio, il Paese asiatico ha raggiunto con sei anni d’anticipo l’obiettivo di capacità installata nel solare e nell’eolico“, si legge tra le colonne del principale quotidiano italiano di economia e finanza.
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