La crisi mercato dell’auto in Europa evidenzia come ci sia stata poca lungimiranza verso l’elettrico.
In Europa in costruttori di auto stanno attraversando un periodo di crisi del mercato molto profonda. Le consegne e le vendite sono in forte calo ed anche le previsioni per il futuro non sono delle più rosee.

Una dimostrazione sono i recenti crolli in borsa di Aston Martin e Stellantis, ma non solo. Molte case hanno infatti dovuto modificare le loro strategie per cercare di mettere una pezza ai problemi.
Nelle scorse settimane, infatti, sono arrivati diversi “profit warning”, anche da marchi come BMW e Volkswagen. Quest’ultima sta addirittura valutando di chiudere uno dei suoi stabilimenti, sarebbe la prima volta in 87 anni.
Numeri in calo
Una fotografia importante della situazione attuale dell’Unione Europea la si può vedere nell’ultimo report dell’ACEA, l’associazione europea dei produttori di auto. Ad Agosto, l’immatricolazione di nuove vetture è scesa del 18.3% rispetto allo stesso mese del 2023.
I cali maggiori si sono registrati in Germania e Francia, con numeri inferiori rispettivamente del 28% e 24% in rapporto allo scorso anno. In Italia la diminuzione è stata invece del 13%.
I dati diventano ancora più interessanti se ci si concentra sul mercato dei motori elettrici. Il numero di auto BEV vendute è crollato del 43.9% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. La quota totale di mercato di questi veicoli è scesa dal 21% al 14.4%.
Calo leggero anche per i veicoli plug-in (quota di mercato ridotta dal 7.4% al 7.1%), mentre per le macchine ibride le vendite sono aumentate del 6.6%.
Naturalmente si tratta di risultati di un singolo mese e quindi non sufficienti di per sé a definire una crisi del mercato dell’auto in Europa. Tuttavia, la situazione non cambia guardando le previsioni di più lungo periodo.

Le cause della crisi
Tra le cause di quello che sta accadendo c’è sicuramente un deterioramento generale del settore. I numeri però evidenziano come in Europa stia pesando tantissimo la transizione verso l’elettrico.
Per il 2024 sono infatti previsti 3.1 milioni di veicoli elettrici, un dato in linea con il 2023. In Cina, ad esempio, il numero è invece stimato in aumento del 30% rispetto allo scorso anno.
Se ci concentriamo solo sull’Italia, stando ai dati di Rho Motion, la vendita di auto elettriche è scesa dell’11% rispetto al primo semestre del 2023. Situazione analoga in Germania, dove il calo si attesta al 9%. Molto meglio in Francia ed Inghilterra dove invece si sono registrate crescite rispettivamente dell’8% e 15%.
A tutto questo si aggiunge anche la crisi che sta attraversando la Germania, la concorrenza della Cina e le scadenze del 2025 e 2035.
Poca lungimiranza nelle decisioni
Entro il 2025, infatti, i produttori di auto dovranno ridurre le emissioni delle loro auto del 15%. Come abbiamo visto, però, le auto elettriche non stanno riscuotendo grande successo e questo obbliga le varie case a continuare a produrre ancora veicoli “tradizionali” per compensare le poche vendite.
Renault, ad esempio, prevedeva di avere solo auto elettriche nella sua gamma entro il 2030. Qualche mese fa ha però annunciato di continuare a produrre anche veicoli a combustione per i prossimi 10 anni.
Mercedes, invece, ha dichiarato che le vendite di auto elettriche rapprenderanno il 50% del totale entro il 2030. Nel 2021 aveva invece previsto entro il 2025.
A tutto ciò si aggiunge lo stop ai motori termici nel 2035, un obiettivo quanto mai utopistico in questo momento. La possibilità di rispettare questi target, allo stato attuale, sono praticamente zero. Il rischio di incorrere in multe miliardarie è dunque elevato e per questo si sta già discutendo per ricalibrare gli obiettivi.
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L’Europa sta probabilmente pagando una scarsa lungimiranza e target troppo ambiziosi nella transizione all’elettrico. Ora si trova dunque con un gap difficile da colmare con la Cina, anche a livello di infrastrutture.
I produttori cinesi hanno infatti beneficiato di enormi sussidi che hanno favorito la ricerca tecnologica e permesso alle aziende di vendere le loro auto elettriche a basso prezzo. In Europa, invece, gli incentivi sono abbastanza insufficienti, anche se ci sono enormi differenze tra paese e paese, e le auto di questo tipo sono ancora troppo costose e poco appetibili.
Sia l’Unione Europea che gli USA hanno quindi provato a limitare i danni imponendo dazi, anche se le discussioni sono ancora aperte, sui veicoli cinesi, più avanzati tecnologicamente e soprattutto meno onerosi.
I costruttori chiedono ora all’Europa importanti interventi per cercare di risollevare un mercato dell’auto in piena crisi. Probabilmente andranno rivisti in maniera significativa gli obiettivi e le date prefissate, considerando anche altre soluzioni green oltre all’elettrico.
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